Per uscire stamattina in moto, non devi essere del tutto normale...............................non dico matto perchè c'è molta gente che osa di più, ma comunque non bisogna avere tutte le rotelle al loro posto.
Questo è il mio caso, guardo fuori dalla finestra ed una decente pioggia viene giù senza esitare incorniciata da un cielo grigio che mette quasi paura !!!
Opto allora per la vestizione da “palombaro” e più precisamente 2 paia di calze di lana, 1 pantalone in pile,1 pantalone tuta acetato, 1 maglia di lana, 1 maglia in pile,1 maglione in pile e sopra il tutto la tuta intera da pioggia !
In men che non si dica sono in garage sistemo le varie cose sul canarino e sono pronto a partire ore 09:20 circa.
La strada è molto bagnata, ma gli pneumatici sembrano tenere bene già da subito, quando in direzione Scandriglia iniziano i primi tornanti; decido di passare da qui, ma la scelta non risulterà delle migliori poiché per arrivare ad Orvinio bisogna percorrere un passo di montagna che sarà sicuramente innevato. Sono soltanto una ventina di chilometri, ma già da subito appena passato il centro abitato di Scandriglia inizia a nevicare in maniera copiosa
Cerco di sbrigarmi per lasciarmi alle spalle il passo ma dopo aver percorso poco più di metà tragitto, la strada diventa davvero impraticabile; capisco che tornare indietro risulterebbe ancor più pericoloso che proseguire poiché lunghi tratti sono in forte discesa, ma anche andando avanti il rischio di caduta è quasi certo.............................la moto anche in prima marcia sbanda e devo percorrere tutta la strada con i piedi che strusciano in terra a mò di sci.
Ad un certo punto sento davvero di aver paura e valuto l'opportunità di telefonare a mio fratello che ha un fuoristrada per farmi venire a prendere.
Un po' la vergogna, un po' perchè il Tom Tom mi avvisa che mancano 7 chilometri ad Orvinio, decido di rischiare e pregando dentro di me mi avventuro su quella distesa bianca in mezzo ad una vera e propria bufera di neve.
Stò per arrivare in un modo o nell'altro, quando davanti a me una ripida discesa si presenta all'improvviso............................rigorosamente in prima marcia e senza toccare il freno anteriore, cerco di sfiorare con il piede il freno posteriore per far girare la ruota in maniera uniforme, ma appena prendo il via non esiste più controllo, il posteriore si mette di traverso e percorro qualche decina di metri in derapata con il piede sinistro in terra a fare da timone...................una vera e propria scivolata fino all'arrivo in pianura, quando la moto d'improvviso si riassesta !!!
MIRACOLO !!!!!
Finalmente arrivo ad Orvinio, impaurito ma sano e salvo e nonostante continua a nevicare forte mi dirigo verso VALLINFREDA.
Mentre cammino, guardo il cielo davvero poco rassicurante, ora sulla strada non c'è neve, ma dalla parte dove dovrei andare io il cielo mette veramente paura ed allora giunto al centro di questo grazioso paesino decido di cambiare direzione sperando di trovare tempo buono o comunque strade percorribili e decido di andare al Lago del Turano.
La scelta si rivelerà davvero positiva anche se la neve mi accompagna per un lungo tratto all'interno della vallata che da Poggio Moiano porta direttamente al Turano.
Una volta sceso al lago finalmente smette di nevischiare e di piovigginare ed anche se la strada risulta scivolosa decido di andarmene verso il Terminillo per vedere fin dove riesco a salire.
Quindi mi dirigo verso Rieti e poi supero Vazia,Lisciano e Cantalice ed inizio ad arrampicarmi verso il Terminillo; la strada qui' è curata e cosparsa di sale quindi non trovo difficoltà ed il paesaggio credetemi è davvero suggestivo, arrivo a Pian de Roche e fatti un paio di tornanti trovo auto ferme per il montaggio delle catene, provo a superarle, ma inevitabilmente sono costretto a fermarmi perchè da questo punto in poi c'è ghiaccio sulla strada e con il ghiaccio non si scherza.
Tempo di fumare una sigaretta e visto che mi trovo li' decido di recarmi verso Labro.
Passo quindi per Poggio Bustone, Morro Reatino ed infine Rivodutri e finalmente arrivo nel bellissimo centro di Labro dove finalmente sosto per consumare il pranzo al sacco che mia moglie mi aveva carinamente preparato e per sgranchirmi un po' le gambe e scaricare tutta la tensione accumulata nella mattinata.
Sono talmente vicino che è inevitabile non fare un passaggio al Lago di Piediluco.
Nel frattempo soltanto freddo e un discreto vento mi fanno compagnia, ma fortunatamente niente più acqua e neve !
Tempo di fumare una sigaretta a bordo lago e mi rimetto in marcia, ma questa volta verso casa !
Alla fine ho percorso poco più di 200 km ma come sempre ne è valsa davvero la pena e le sensazioni che ho provato questa volta credo che non potrò dimenticarle molto facilmente !
Alla prossima ragazzi !!!!